Waterfront Trapani
L’Autorità di Sistema Portuale (AdSP) del Mare di Sicilia Occidentale ha bandito un Concorso internazionale di idee per la progettazione del waterfront storico di Trapani. Il Concorso aveva come obiettivo l’elaborazione di idee per il progetto dell’interfaccia urbana e la parte del porto sita nel waterfront storico, dell’edificio del nuovo Terminal Passeggeri e delle aree di interfaccia con la città. Il progetto avrebbe dovuto contribuire a una migliore integrazione degli spazi del “waterfront storico” dedicato ai passeggeri e a funzioni urbano-portuali, con la vita della città.
Il concorso è stato vinto da TECHNITAL s.r.l, Valle3.0 s.r.l, Peluffo & Partners e Marco Antonini architects, che hanno ricevuto l’incarico per il Progetto di fattibilità tecnico economica.
Il progetto mira alla riqualificazione del waterfront storico portuale e si propone di innescare processi di trasformazione urbana e di rigenerazione non solo della linea di costa ma dell’intera rete dei luoghi della città in relazione con il mare e le aree portuali. Il progetto vuole leggere gli spazi fronte mare come campi di rigenerazione per ampi brani della città.
L’aspetto relazionale è la vocazione principale della interfaccia urbano-portuale: specializzare le funzioni e creare cortocircuiti da e verso la città, verso l’acqua come verso terra, ma anche verso il territorio di appartenenza. Quindi un intervento non congelato in un master plan ma orientato a un campo relazionale e multidirezionale a funzioni miste. Più vicino ad una infrastruttura che ad un progetto urbano, l’interfaccia potrebbe funzionare come una sorta di grande magnete, attivo su due fronti sia quello di prossimità, a vantaggio delle aree limitrofe, sia alla lunga distanza, in un sistema territoriale più ampio.
I 4 principi costitutivi del progetto
Drepanon. Paesaggi mutevoli della linea di costa. Già nella etimologia del nome della città, derivato dal greco drepanon, ovvero falce, è descritta la configurazione morfologica di questo lembo di territorio, stretto e lungo tratto di costa lagunare costellato da isole e isolotti di piccole dimensioni, collegati da bassi fondali, scogli e lingue di terra. Insieme straordinario di punti focali che emergono sul paesaggio orizzontale delle saline, delle specchiature d’acqua interne, delle banchine, del mare.
Il contesto ha subito nel tempo diverse modificazioni come avviene spesso lungo le coste urbanizzate e infrastrutturate, soprattutto in presenza di attività portuali, turistiche o legate allo scambio di merci.
Arcipelago. L’arcipelago è un insieme discreto di punti notevoli fra loro relazionati sia visivamente che fisicamente. Possono avere caratteristiche morfologiche simili anche se ciascuna entità (o isola) mantiene intatti i suoi caratteri. Ricondurre queste a un ‘masterplan’ come strumento ordinatore unico, avrebbe fatto perdere di valore alle singole entità, mentre lavorare sul potenziamento e valorizzazione di ciascuna unità e sulla qualità degli spazi e percorsi di relazione risulta più efficace. La suddivisione in quattro ambiti dell’area complessiva di progetto suggerisce questa interpretazione; l’esperienza percettiva ed emotiva del luogo lo conferma.
Morfologie. Elementi significativi del paesaggio, in qualche modo contrapposti, sono rappresentati dalla orizzontalità delle saline e dal profilo del monte di San Giuliano (Erice) che fa da sfondo alla città. Il nucleo urbano più antico di Trapani è di origine islamica, fondato quindi sulla figura del reticolo urbano, del dedalo e del labirinto. I quattro ambiti di progetto hanno intense relazioni con la città storica e con gli elementi del paesaggio. Le proposte progettuali dei singoli ambiti si muovono nell’orizzonte figurativo che il luogo stesso suggerisce. Le saline sono qui intese, dal punto di vista figurativo e simbolico, come stratificazione, sedimentazione, cumuli di sale, cristalli di sale.
Suggeriscono azioni progettuali a metà fra la tettonica e la land art, si misurano alla scala geografica dell’orizzonte, muovono il suolo increspandosi come un’onda diventando piazzali a vario uso pubblico, pedane articolate di percorso e di sosta, e nel caso di spazialità più complesse, configurano la stazione marittima, percorribile sul piano di copertura come grande spazio pubblico che conclude a mare l’asse urbano di viale Duca d’Aosta.
Progetto del suolo Il raccordo fra i quattro ambiti avviene dunque attraverso una trama di percorsi di bordo o di attraversamento, ripensati per una mobilità lenta, sia che si tratti di mobilità carrabile che ciclopedonale.
Una delle prime azioni di progetto consiste nell’individuare una sorta di ‘fil rouge’ che si espande nei quattro ambiti e che li raccorda in maniera integrata e riconoscibile. A questo scopo si prevede anche l’attraversamento a mare con pontili galleggianti e passaggio su barriera frangiflutti fra il Lazzaretto e l’isola della Colombaia. Questo circuito connetterà i quattro ambiti di progetto e le funzioni che ivi si svolgono: dalla stazione marittima al nuovo mercato del pesce, dalla piazza ex scalo d’alaggio al grande piazzale prospiciente l’ex Lazzaretto rilevando e potenziando tutte le funzioni che qui si svolgono e avviandone di nuove.
I 4 ambiti
Il waterfront storico con il nuovo terminal passeggeri, il mercato e la nautica da diporto, la darsena pescherecci e piazza urbana, il parco del waterfront, definiscono un campo allungato fra la città e il mare con caratteristiche proprie: è una interfaccia urbano-portuale, né città né porto, ma con i caratteri di entrambi. Offre l’occasione di una pianificazione inedita e sperimentale fondata sulla valorizzazione di entrambi i caratteri, sulla ibridazione delle funzioni, e soprattutto sul tessuto delle connessioni.