CHI SIAMO

Il lavoro del nostro studio di progettazione spazia dalla progettazione del paesaggio all'architettura a tutte le scale. I giardini si collocano al centro di questo spettro e rappresentano per Marco Antonini, fondatore dello studio, la radice della sua pratica creativa.
Da oltre vent'anni ci occupiamo di progetti nei settori dell'Architettura del Paesaggio, dell'Urbanistica, del Garden Design, dell'Architettura e degli Interni. Ci occupiamo di consulenze per clienti pubblici e privati sia in Italia che all'estero. Il nostro approccio, seppur in continua evoluzione, pone sempre il sistema tra storia e natura alla base di ogni processo progettuale.
Forniamo consulenza a clienti pubblici e privati sia in Italia che all'estero, spaziando dai primi studi di progettazione/fattibilità al completamento del progetto.

MARCO ANTONINI

Antonini ha conseguito la laurea in Architettura e la Specializzazione in Architettura del Paesaggio presso l'Università degli studi di Roma “La Sapienza”, dove ha anche insegnato, oltre a tenere conferenze presso altre istituzioni culturali.
L'interesse di Antonini per i giardini ha origini lontane, da prima degli studi universitari, quando trascorreva le sue estati lavorando al Chelsea Physic Garden di Londra. Queste prime esperienze lavorative si aggiungono alla profondità e all'ampiezza della sua conoscenza delle piante e della preparazione della semina.
Quando ha fondato il proprio studio nel 1999, la motivazione di Antonini è stata quella di fondere ed espandere le sue conoscenze professionali multidisciplinari attraverso rapporti di lavoro con esperti di piante, artigiani e artisti.
Marco Antonini è anche membro di LAND-I Archicolture, collettivo artistico che realizza installazioni paesaggistiche di grande .
Implementando progetti per concorsi internazionali, LAND-I ha testato la sua ricerca concettuale sullo spazio contemporaneo. Questa si è gradualmente spostato verso una definizione più ampia di "spazio costruito", mettendo al centro il paesaggio.
Le opere successive si orientano ulteriormente verso l'incontro tra architettura del paesaggio e land art. Questa contaminazione con l'arte porta a una nuova espressione spaziale, eliminando la dicotomia natura-artificio.